La street art a Bari dedicata a Pierpaolo Pasolini

La città di Bari rende omaggio ai 100 anni del regista, scrittore, poeta e drammaturgo Pierpaolo Pasolini anche con la street art.

Si inizia con un murale, un’opera creata da RetakeBari e realizzata dallo street artist Fedeliano Nacucchi (in arte Fnkey?) con i volontari, sul muro del sottopasso Duca degli Abruzzi che da via Capruzzi porta a Sant’Antonio.

https://www.facebook.com/retakebari/

Nell’opera si ricorderà anche il passaggio da Bari: “Pasolini ha lasciato una traccia con i suoi racconti su Bari che sono un piccolo patrimonio di cui andare gelosi: venne qui nel 1951 e sono uno spaccato della città nel dopoguerra. Ha descritto luoghi come la città vecchia e il lungomare in maniera mirabile“,  Fabrizio Milone di Retake. Sarà raffigurato un Pasolini molto pop accanto allo skyline di Bari, a sottolineare proprio questo intreccio.

Pasolini arrivò a Bari sei anni dopo la fine della guerra, alla ricerca «di un luogo fermo nel tempo». Sebbene la città portasse ancora le ferite del conflitto, la ricostruzione e il dinamismo dei Baresi attrassero immediatamente il poeta bolognese, sedotto soprattutto dalla luce e dai suoni del borgo antico.

Dal racconto breve “Le due Bari” di Pierpaolo Pasolini:

“Che freschezza, la mattina a Bari! Alzato il sipario del buio, la città compare in tutta la sua felicità adriatica.
Senti il mare, il mare, in fondo agli incroci perpendicolari delle strade di questa Torino adolescente: un mare generoso, un dono, non sai se di bellezza o di ricchezza. Davanti al lungomare (splendido), sotto l’orizzonte purissimo, una folla di piccole barche piene di ragazzi si lascia dondolare nel tepore della maretta. Nella luce stupita si incrociano i gridi dei giovani pescatori: e senti che sono gridi di soddisfazione, che il mare dietro la rotonda è colmo di pesciolini trepidi e dorati. E mentre il mare fruscia e ribolle, senti dietro di te con che gioia la città riprende a vivere la nuova mattina!

I baresi si divertono a vivere: ci si impegnano col cuore leggero, e col cuore leggero vanno discutendo di affari per le strade, prendono il caffè, si recano al lavoro, senza avere nemmeno il sospetto che questo non rappresenti una piacevole avventura. C’è aria di festa. Nelle grandi strade, che sembrano boulevards o avenidas, senti sospesa l’euforia del progresso di questa città che in pochi anni, rotti i legami che imprigionavano i pugliesi non tutti meridionali a un difficoltoso complesso, ha raggiunto il livello delle città del Nord meno vocate al silenzio. E l’allegria dei baresi è seria, sicura e salubre: su queste teste solide il delicato biondo veneziano dei capelli (che è la carezza dell’Adriatico), perde in languore e acquista in chiarezza. Qui tutto è chiaro: anche la città vecchia, dalla chiesa di San Nicola al castello svevo, pare perennemente pulita e purificata, se non sempre dall’acqua, dalla luce stupenda.”

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